Nel giorno del quarantennale del sisma del 1980 che colpì persone, animali, case, paesaggi, l’Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MIdA ha organizzato per lunedì 23 novembre 2020 a partire dalle ore 9.30 il seminario “Terremoto 1980 – 2020. Ricordare per costruire”. Il seminario è inserito nell’ambito del Corso di Perfezionamento in Disaster Management in Sanità Pubblica voluto e organizzato dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni animali, il CeRVEnE e l’Associazione Nazionale Disaster Managemen (ASSODIMA).
Al seminario parteciperanno alcuni degli autori della pubblicazione edita dalla Fondazione MIdA “Terremoto 20+20. Ricordare per costruire”, un volume prezioso, curato dal coordinatore dell’Osservatorio, Stefano Ventura. Il volume raccoglie alcuni saggi già apparsi nei dossier curati dall’Osservatorio sul Doposisma dal 2010 ad oggi e aggiunge altre riflessioni più recenti, con il contributo di diversi settori (antropologia, ingegneria, medicina veterinaria, storia sociale).
Dopo i saluti di Raffaele Bove, direttore del CeRVEnE, presenteranno i risultati delle loro ricerche e le loro riflessioni sull’evento che colpì una vasta area dell’Appennino meridionale con effetti devastanti soprattutto in Irpinia e nelle zone adiacenti delle province di Salerno e Potenza.
Stefano Ventura, coordinatore dell’Osservatorio sul Doposisma e scrittore, Simone Valitutto, antropologo e studioso di sistemi festivi e rituali, Salvatore Medici, giornalista e scrittore, Raffaele Tarateta, ingegnere e consigliere della Fondazione MIdA, hanno approfondito, scavato a 40 anni dal sisma del 1980 tra le macerie “invisibili”, volgendo uno sguardo al futuro dei territori e delle comunità che li abitano.
Seguiranno gli interventi di Stefano Fabbri e Graziano Ferrari, ideatore di Terragiornale che ripercorre la storia geofisica dell’Italia attraverso delle «breaking news». Le conclusioni sono affidate al presidente della Fondazione MIdA, Francescantonio D’Orilia.
Il seminario verrà trasmesso in diretta sul sito e sulla pagina Facebook della Fondazione MIdA.
Monaci e comunità italo-greche nel Principato Longobardo di Salerno
mostra documentaria
La mostra è prima di tutto il racconto di una migrazione, quella causata a partire dagli inizi del IX sec. dalla conquista araba della Sicilia. È la storia di vite comuni, di contadini e artigiani in fuga dalla Sicilia e dalla Calabria, in cerca della salvezza e della stabilità. Ma è anche la storia di monaci e di santi alla continua ricerca dei luoghi della solitudine, che non posseggono nulla, che non hanno bisogno di nulla, che hanno rinunciato al mondo per praticare l’ascesi, ma che possiedono anche un sano senso pratico ed efficaci doti organizzative, che si dimostrano instancabili fondatori di monasteri, guaritori, medici, abili diplomatici, sempre sensibili ai bisogni delle comunità che incontrano nel corso del loro difficile cammino verso la perfezione spirituale.
Esistenze comuni, esistenze eccezionali: tutte hanno contribuito ad infondere una forte impronta nelle terre d’arrivo, incidendo con la loro presenza profondamente nel processo di formazione del paesaggio storico di un ampio comparto del Mezzogiorno d’Italia.
“Terre dei Principi” è così che vengono definiti i domini longobardi nella vita di San Nilo da Rossano, tra i protagonisti più illustri di una vicenda straordinaria di fede, cultura e umanità.
Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, condividono un frammento di memoria storica troppo spesso dimenticata, ma soprattutto conservano l’eredità prodotta da un incontro tra civiltà diverse e da un sincretismo culturale inedito, che si manifesta vivido nei lacerti degli affreschi sopravvissuti, tra le crepe dei ruderi di antichi monasteri, nelle tradizioni, nelle forme devozionali. Un patrimonio materiale e immateriale che è ancora in grado di esercitare un forte fascino sulla tanto distante e troppo spesso distratta, modernità.
L’inaugurazione della mostra è prevista per il 27 Ottobre alle ore 11.00.
Sarà possibile visitare la mostra dal mercoledì al sabato, dalle 14.00 alle 17.00 e la domenica dalla 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00.
L’ingresso è gratuito.
Tante le proposte di ricerca sui giovani e agricoltura pervenute all’Osservatorio sul dopo sisma della Fondazione MIdA per la borsa di ricerca-azione “Energie dalla terra: occupare lo spazio del futuro”.
Pochi giorni dopo la scadenza della deadline per partecipare al bando, si è potuto registrare un ottimo riscontro tra i giovani, interessati a condurre un’indagine sulla questione del “ritorno alla terra” in Campania e Basilicata.
Interessanti e notevoli tutti i curricula e i progetti presentati, che confermano l’attenzione delle nuove generazioni alla tematica del settore agricolo come nuovo sbocco occupazionale.
Le domande sono arrivate da diverse regioni italiane, oltre che da tutta la Campania.
Nei prossimi giorni il CdA della Fondazione MIdA nominerà una commissione giudicatrice per valutare le domande e stilare una graduatoria di merito con assegnazione della borsa di ricerca-azione.
La Fondazione MIdA ha lanciato in anteprima un premio-concorso per contribuire a conservare la memoria e diffondere la conoscenza sulla figura del Professor Adriano Mantovani con particolare riferimento al valore scientifico e sociale dei suoi contributi alla disastrologia veterinaria.
Il Bando è rivolto ai giovani residenti in Italia che abbiano meno di 35 anni di età che presentino un elaborato sul tema: “Mantovani ed il terremoto dell’Irpinia: ricostruzione delle attività attraverso testimonianze, esperienze documentate e modelli operativi”.
Il Presidente D’Orilia ha sottolineato come “la Fondazione MIdA, che ha avuto il privilegio di entrare in contatto con l’esperienza del Prof. Mantovani e la sua conoscenza nel campo della disastrologia veterinaria attraverso incontri ed iniziative, sia particolarmente interessata a continuare la sua attività di ricerca, sorta all’indomani del terremoto del 1980 grazie all’intervento dello stesso Mantovani, coinvolgendo giovani studenti e ricercatori appassionati alla materia”.
La domanda di partecipazione va inviata entro il 5 settembre 2013.
In allegato è possibile scaricare il regolamento e la domanda di partecipazione
"La Basilicata nel cellulare. Memorie dal terremoto e sogni di petrolio" ha vinto il premio Libero Bizzarri (19esima edizione) per la sezione MediaEducazione.
“La Basilicata nel Cellulare” è un documentario, realizzato dall’Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MIdA con il sostegno della Regione Basilicata, che si è è proposto di “scoprire” come si è trasformata la Basilicata dopo il sisma del 1980.
Il prodotto editoriale, realizzato con i videofonini dei ragazzi lucani e curato dal film maker Antonello Faretta e dalla Noeltan Film Studio, ha voluto raccontare cosa sognano i giovani di questa terra alla luce anche delle opportunità del petrolio. La ricerca sul campo ha coinvolto cinquanta giovani lucani delle scuole medie di secondo grado, che hanno parlato delle loro aspirazioni, di cosa si aspettano dal futuro e soprattutto se c’è un futuro possibile nei loro paesi di origine. Il lavoro sarà proiettato oggi,venerdì 9 novembre presso l'Auditorium Comunale di San Benedetto del Tronto, in occasione della giornata dei lavori del Concorso MediaEducazione, mentre la premiazione si terrà sabato 10 novembre alle ore 21.15 presso il Teatro Concordia.
DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
LA FONDAZIONE MIdA ED IL BANDO CO/AULETTA.
Lunedì 30 gennaio
Ore 16:00
Auditorium - Villa D’Ayala- Valva
Nella cornice della splendida Villa d’Ayala di Valva, la Fondazione MIdA presenterà ai sindaci e alle più importanti istituzioni del territorio il bando di idee internazionale “Co/Auletta. Le tue idee abitano qui”.
All’interno del dibattito - gentilmente voluto e promosso dalla BCC di Aquara nella persona del direttore Antonio Marino e dal comune di Valva con il sindaco Francesco Marciello - si discuterà altresì di democrazia attiva e partecipata alla luce delle peculiarità del concorso.
Aperto ufficialmente lo scorso novembre, “Co/Auletta” è un bando di idee partecipativo. L’intento è quello di creare una fucina internazionale che elabori la ristrutturazione del Parco a ruderi di Auletta, in provincia di Salerno. Si tratta di un’innovativa sperimentazione di intelligenza collettiva. Il progetto è promosso dalla Fondazione MIDA e dal comune di Auletta; coordinato da RENA (Rete per l’Eccellenza Nazionale), esso si avvale della partnership di Snark – space making.
A partire dalle ore 16, gli ospiti del convegno avranno la possibilità di partecipare ad una suggestiva visita guidata di Villa D’Ayala.
La fabbrica del terremoto. Come i soldi affamano il Sud
L’Osservatorio permanente sul Doposisma è nato per stimolare discussione attraverso i dati, le fonti e le indicazioni che provengono dalla ricerca applicata. Lo ha fatto lo scorso anno con “Le macerie invisibili” di 30 anni di terremoti italiani, lo fa quest’anno indagando “La fabbrica del terremoto”.
Il nuovo filone di indagine ha preso in esame i condizionamenti e le dinamiche innescate nelle aree terremotate dall’intervento di sviluppo industriale programmato nella legge di ricostruzione (la 219/81) e cosa accade dopo un disastro a livello macroeconomico comparando diversi esempi internazionali. Una parte del progetto, realizzata da Lucia Lorenzoni e Nicola Zambli, è stata affidata all’Area Ricerche della Banca Monte dei Paschi di Siena; alle industrie del dopo terremoto in Campania e in Basilicata è rivolto il saggio di Pietro Simonetti (Regione Basilicata) e Stefano Ventura (Università di Siena); il rapporto include altresì uno studio antropologico di Teresa Caruso, ricercatrice dell’Università degli Studi di Bergamo, dedicato alla comunità terremotata di Caposele (AV). Completa il volume un’intervista a Gianfranco Viesti, presidente della Fiera del Levante.
Il rapporto ha come punto focale il problema del riequilibrio demografico tra l’osso e la polpa del Sud, come l’intellettuale Manlio Rossi Doria definiva le aree interne e la costa. La proposta è quella di un equo bilanciamento che passi attraverso la mobilità reticolare; un’operazione che non comporta il dispendio delle grandi opere, ma si esplica attraverso la riattivazione dei cosiddetti rami secchi delle ferrovie. Il ripristino di un sistema ferroviario efficiente è oggi l'unica possibilità per garantire una mobilità sostenibile alle aree interne ormai disabitate. Ad esse la fabbrica del terremoto ha lasciato in eredità un enorme surplus di case inutilizzate; di contro le aree costiere, sovraffollate, producono la fabbrica mangiasoldi dell’emergenza. Si tratta di uno squilibrio che restituisce un territorio ingovernabile, rendendo la vita impossibile sia a Napoli che sulle alture dell'Irpinia. Il Sud, ed è questa l’istanza fondamentale, non è affamato di soldi ma di buone e piccole opere.
La lettura del rapporto 2011 offre quindi gli strumenti di lettura e analisi su questo problema ma anche le suggestioni e possibili vie di uscita che vanno discusse e praticate, specie in questi tempi di grave crisi istituzionale e civica.
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