fondazione Mida

Venerdì 31 Luglio 2020 09:09

TERREMOTO 20+20. RICORDARE PER RICOSTRUIRE

A quarant'anni dal terremoto del 1980, in tempi di nuova e diversa emergenza, abbiamo il dovere di commemorare la tragedia e il diritto di interrogarci su cosa è successo. Per farlo è necessario approfondire, scavare tra le macerie invisibili rimaste in tanti anni di doposisma. Ricostruire non vuol dire solo sanare le ferite fisiche e materiali dei luoghi terremotati o di un sistema economico in difficoltà ma anche pensare alle comunità, al sentimento dei luoghi, alla felicità interna lorda. L’Osservatorio sul Doposisma ha prodotto dal 2010 a oggi vari rapporti di ricerca, convegni, festival, concorsi creativi ed eventi, cercando di mettere in pratica la visione prospettica del futuro affondandola nelle radici di speranza emerse dalle macerie del 1980.

 

INDICE


Presentazione di Rosa D’Amelio, Presidente del Consiglio Regionale della Campania

Introduzione, di Antonello Caporale, giornalista del Fatto Quotidiano e ideatore dell’Osservatorio sul Doposisma

Parte 1

CAPITOLO 1. Terremoti e gestione delle emergenze. L’esperienza del 1980, di Stefano Ventura;

 

CAPITOLO 2. Oltre l’Atlantico. Terremotati, migranti, Italian-Americans a New York, di Manuela Cavalieri

CAPITOLO 3. La cattiva ricostruzione. Da dove ripartire dopo quarant'anni? di Simone Valitutto

CAPITOLO 4. Passarono gli anni e il nuovo non venne. Dopo il terremoto, le fabbriche, di Pietro Simonetti e Stefano Ventura

CAPITOLO 5. Etnografia di una ricostruzione. Fiducia e mutamenti sociali in una comunità irpina di Teresa Caruso

CAPITOLO 6. Rischio sismico, prevenzione e gestione dell’emergenza. Aspetti normativi e tecnico-amministrativi, di Raffaele Tarateta

Parte 2.

CAPITOLO 7. Il CERVENE (Centro Regionale di Riferimento Veterinario per le emergenze non epidemiche), presentazione e attività, di Raffaele Bove - Salvatore Medici

 

CAPITOLO 8. La nascita della disastrologia veterinaria e l’esperienza di Adriano Mantovani, di Raffaele Bove e Nicola Amabile

 

Postfazione. Osservare il doposisma

Appendice fotografica

 

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Pubblicato in Chi Siamo
Lunedì 31 Luglio 2017 14:34

Cronache dal Doposisma

Al Palazzo dello Jesus ad Auletta (Salerno) è aperta la mostra dell'Osservatorio sul Doposisma, visitabile dal giovedì alla domenica, dalle 15 alle 19. E’ gradita la prenotazione al numero 0975 397037.

 

“La natura non conosce catastrofi”, diceva Max Frisch, scrittore svizzero. La natura segue il suo corso, a volte con sorprese meravigliose, altre volte con esiti spaventosi. Il terremoto è un evento naturale, sono le azioni dell'uomo a renderlo catastrofico nei suoi effetti.
L'Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MidA, è un piccolo gruppo di lavoro che ha come obiettivo produrre documenti e analisi utili alla discussione e al dibattito, riannodando il filo della memoria degli eventi passati con le urgenze dettate dal presente e le suggestioni poste dal futuro.
Ha preso in considerazione nel corso degli anni quello che avviene dopo un sisma, attivando un “sismografo sociale” per descrivere le trasformazioni e le persistenze che interessano una comunità colpita da un terremoto.
L'inatteso arrivo di un sisma sospinge un territorio in una sorta di tabula rasa, sulla quale bisogna essere capaci di disegnare il futuro di una comunità, reagendo ai lutti e alle distruzioni e investendo tutte le energie a disposizione. Spesso, però, questa ripartenza ha messo all'opera speculatori, approfittatori e interessi. Indagare il doposisma può quindi aiutare a evitare gli errori del passato
Il lavoro di indagine dell'Osservatorio sul Doposisma si è concretizzato attraverso vari dossier di ricerca: “Le macerie invisibili” (2010), La fabbrica del terremoto. Come i soldi affamano il Sud (2011), Lucantropi (2012), Energie dalla terra (2016) e i documentari Irpinia anno 30 d. T. (2010) e “La Basilicata nel cellulare. Memorie dal terremoto e sogni di petrolio” (2012).
Inoltre abbiamo immortalato cosa è restato e come si viveva nei paesi terremotati campani e lucani, grazie all'obiettivo di Francesco Fantini, nel 2002. Sono le foto che potete osservare in questa sala.
Abbiamo anche ospitato le foto di Daniele Lanci sul doposisma a L'Aquila dopo il 2009 (“Una notte in Italia”) e abbiamo lanciato un concorso per vignettisti che chiedeva di disegnare un bozzetto della moneta da 1 euro che avesse come tema le ricostruzioni italiane (“La satira investe nella ricostruzione”, 2010).
Si può anche intraprendere un viaggio negli effetti e nelle caratteristiche dei terremoti italiani nel corso dei secoli grazie ai Terragiornali, che illustrano in forma di brevi cronache, in forma di breaking news, i vari eventi sismici avvenuti in Italia dall'antichità fino ad oggi.
Le cronache dal doposisma sono quindi un percorso nella storia e nei luoghi che hanno conosciuto il terremoto e i suoi effetti, e nel caso italiano questo vuol dire quasi tutto il territorio nazionale, per riflettere sul fatto che la natura continuerà a seguire il suo corso, ma l'uomo può e deve conoscere e adeguarsi a quelle regole, rispettandole e ponendosi in simbiosi con esse.

Pubblicato in Chi Siamo

Energie dalla terra.

Occupare lo spazio del futuro

Bando per borsa di ricerca-azione su giovani e agricoltura

Riscoprire l’agricoltura e la natura come fattore possibile di realizzazione professionale e di vita, come concreta aspirazione a creare piccole imprese e non tanto come sogno idealizzato di fuga dalla congestione della città e della metropoli. Il ritorno alla terra può essere una via d'uscita, un modo per creare occupazione? E' vero che i giovani stanno riscoprendo l’agricoltura come sbocco occupazionale e come scelta consapevole? In caso affermativo, quali sono le dinamiche che hanno creato questo trend? Come trasformare una tendenza momentanea in un valore aggiunto per il territorio, creando anche comunità permanente di attori attivi, responsabili e consapevoli?

La riscoperta dell'agricoltura è un trend in crescita, come testimoniato da una recente indagine condotta dalla Coldiretti secondo la quale nell’ultimo decennio siano aumentate le imprese nel settore agricolo gestite dai giovani under 35 e come l’agricoltura rappresenti uno dei pochi comparti dell’economia italiana in aumento con un più 4,7% rispetto all’anno precedente. Un segno positivo costante che, secondo associazioni di categoria, potrebbe trasformarsi in 100 mila posti di lavoro nei prossimi tre anni.

Inoltre, sono sempre più numerose le rappresentazioni di resistenza e di denuncia dei numerosi attacchi al territorio e al paesaggio, in termini di cementificazione e utilizzo sfrenato delle risorse naturali (acqua, suolo, materie prime). Resta da indagare qual è il possibile anello di congiunzione tra queste nuove forme di azione e di protagonismo e quali prospettive si pongano, in termini di risultati concreti e di prospettive di sviluppo locale.

Per rispondere a questi interrogativi e per disseminare i segni, anche piccoli, di cambiamento, l’Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MIdA, propone una borsa di ricerca-azione della durata di 6 mesi,che indaghi e illustri la questione del “ritorno alla terra” in Campania e Basilicata.

La proposta di ricerca con la documentazione deve pervenire all’Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MIdA, spedita in formato pdf su supporto elettronico a: Fondazione MIdA - contrada Muraglione 18-20, 84030 Pertosa (SA) - o inviata via e-mail come allegato all’indirizzo:  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. entro il 1 dicembre 2014.

In allegato è possibile scaricare il bando, il regolamento e il modulo di domanda.

REGOLAMENTO

  1. Il bando è aperto a giovani residenti in Italia, che abbiano meno di 35 anni di età.
  2. Costituiscono titolo preferenziale la laurea o il dottorato di ricerca in materie attinenti al contenuto del progetto (Economia, Scienze Politiche, Discipline umanistiche) e la comprovata esperienza nell’ideazione, nell’organizzazione  e nella gestione di eventi culturali.
  3. La borsa di ricerca azione, della durata di 6 MESI, ammonta a un totale di 2000 euro netti. La Fondazione MIdA e lo staff dell’Osservatorio sul Doposisma garantiranno, a chi vincerà la borsa, il sostegno necessario in termini di contatti utili, informazioni logistiche e organizzative e potranno, nei limiti delle proprie possibilità, concordare le risposte alle altre necessità che la/il borsista farà presenti.
  4. Ai fini della partecipazione i candidati devono presentare la seguente documentazione:

 

    • Domanda di partecipazione (Allegato A) e copia del documento d’identità;
    • Curriculum vitae, completo di esperienze in organizzazione di eventi, festival, partecipazione e gestione di attività di associazioni riconosciute e non riconosciute, istituzioni culturali, rendicontazione, ideazione e gestione di progetti di vario tipo.
    • Lettera motivazionale nella quale si spiega come le attitudini e le competenze possedute possano essere in linea con gli obiettivi del progetto.
    • Eventuali pubblicazioni, compresa la tesi di laurea o di dottorato, utili a valutare il curriculum del candidato.
    • Progetto di ricerca, nel quale si espongono gli obiettivi del lavoro, i metodi che verranno adottati, il crono programma, i risultati attesi ed i prodotti che verranno consegnati al termine della ricerca (tipo di elaborato, allegati multimediali, altro).

5. La documentazione deve pervenire all’Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MIdA, spedita in formato pdf su supporto elettronico a: Fondazione MIdA - contrada Muraglione 18-20, 84030 Pertosa (SA) - o inviata via e-mail come allegato all’indirizzo:  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. entro il 1 dicembre 2014. In caso di invio via e-mail sarà cura del candidato richiedere un avviso di ricezione e di corretta apertura del file. Il candidato dovrà comunque conservare copia elettronica dei files inviati, da re-inviare, a richiesta dell’Osservatorio sul Doposisma, in caso di problemi nell’apertura o leggibilità dei files inviati.

6. Il vincitore sarà tenuto a consegnare un elaborato in forma scritta che sintetizzi i risultati della ricerca e le case stories che sono state oggetto del suo censimento; la ricerca deve contenere almeno una base di dati statistici, coerentemente illustrati, sull’oggetto della ricerca, e integrare i dati con storie, interviste e profili biografici ricavati dalla ricerca sul campo. L’elaborato sarà parte essenziale del rapporto 2014 dell’Osservatorio sul Doposisma. Inoltre, sarà richiesto al vincitore di organizzare, con il supporto dei componenti dell‘Osservatorio sul Doposisma  e della Fondazione MIdA, un festival-evento,  da tenersi in estate con sedi e modalità da definire, nel quale far convergere i risultati della ricerca, i protagonisti consultati e coinvolti e tutti i soggetti locali e nazionali potenzialmente interessati.

COMMISSIONE E CRITERI DI VALUTAZIONE

1. La valutazione delle candidature sarà effettuata da una apposita Commissione nominata dalla Fondazione MIdA.

2. Ai fini della selezione la valutazione verrà effettuata in base a:

- competenza e qualità del curriculum vitae in relazione al tema oggetto di studio. Massimo di punti 30;

- progetto di ricerca: coerenza con il bando, fattibilità nei tempi e con le risorse assegnate, coerenza dei metodi con gli obiettivi, qualità dei risultati attesi e dei prodotti consegnati. Massimo di punti 70.

3. I candidati devono superare il punteggio di 60/100 per essere ammessi in graduatoria

4. Al termine dei lavori la Commissione redigerà una graduatoria, con l’indicazione del vincitore sul sito dell’Osservatorio sul Doposisma (www.osservatoriosuldoposisma.com). La graduatoria sarà approvata con deliberazione della Fondazione MIdA.

REGOLE DI PARTECIPAZIONE

1. Pubblicazioni e materiali inviati non verranno restituiti, ma verranno conservati e resi disponibili al pubblico presso la biblioteca dell’Osservatorio sul Doposisma.

2. I concorrenti che non dovessero risultati vincitori ma con un profilo scientifico e di ricerca adeguato potranno inviare degli abstract o delle proposte di contributo che, se ritenute valide, potrebbero essere inserite nel rapporto 2014 dell’Osservatorio sul Doposisma.

Pertosa, 20 ottobre 2014

Il presidente della Fondazione MIdA

Francescantonio D'Orilia

Per informazioni e contatti:

Area coordinamento dell’Osservatorio sul Doposisma

Stefano Ventura

349/6499285

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Area stampa e comunicazione

Francesca Caggiano

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Il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha approvato nella seduta del 23 marzo una serie di delibere per lo stanziamento di fondi destinati a vari interventi, che contemplano interventi per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale, interventi infrastrutturali e politiche per il lavoro.

All’interno di questo pacchetto di misure si trova anche una voce per le ricostruzioni post-sismiche del territorio dell’Aquila, per le alluvioni in Liguria del novembre scorso e anche per il completamento della ricostruzione in Campania e Basilicata (terremoto del 1980). Per quest’ultima voce i fondi ammontano a 33,4 milioni di euro; di questo fondo andranno in Campania 23,4 milioni di euro, dei quali 9,7 per l'Irpinia, 6 per il Sannio, 5,8 per il Salernitano, 1,7 per la provincia di Caserta.

Era dal 2008 che non venivano stanziati fondi per il completamento della ricostruzione. Ora il Ministero per le Infrastrutture dovrà ripartire il fondo tra i comuni che ne hanno necessità per le opere da completare.

La delibera del CIPE permetterà, in un periodo di forte criticità per le casse pubbliche e per l’economia, in particolare al Sud, una piccola boccata d’ossigeno.

Gli amministratori dei comuni interessati hanno condotto, negli scorsi anni, una lunga trattativa affinchè il ministero delle Infrastrutture consentisse lo sblocco dei fondi e il completamento della ricostruzione.

LINKS:

http://denaro.it/blog/2012/03/23/autoimprendiorialita-e-occupazione-il-cipe-sblocca-65-milioni-di-euro-2/

http://www.irpinianews.it/Politica/news/?news=100010

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Dalloccupazione-alla-cultura-il-Cipe-da-il-via-libera-allo-stanziamento-dei-fondi_313122223129.html

http://www.salernonotizie.it/

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Miriam Favale si è laureata nel novembre 2011 in Scienze della Formazione all'Università di Salerno con una tesi dal titolo: Terremoto del 1980: conseguenze post-traumatiche da stress (relatore il prof. Bruno Moroncini). Riportiamo qui l'abstract che Miriam Favale ci ha inviato e, in allegato, l'indice della sua tesi.

L'Osservatorio sul Doposisma riceve spesso segnalazioni di tesi di laurea, specializzazione, di studi e attività che hanno a che fare con i terremoti e i disastri in genere. Chiunque ne avesse voglia e piacere può inviarci del materiale; noi potremmo dedicargli un articolo, creando un piccolo spazio, una vetrina in cui esporre e parlare dei propri studi e interessi; è una forma di riconoscimento e di condivisione utile a creare dibattito e approfondimento. Potete contattarci a: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

 

MIRIAM FAVALE

 

Terremoti e conseguenze post-traumatiche da stress


In questo elaborato si intende affrontare un argomento particolarmente delicato e attuale, legato al complesso rapporto tra catastrofi naturali e loro conseguenze psicologiche, a breve, medio e lungo termine, su individui e collettività che li subiscono.

È ampiamente dimostrato dagli studi di settore, infatti, come le popolazioni colpite da eventi catastrofici debbano fronteggiare non solo i disagi materiali legati agli effetti distruttivi innescati dagli eventi stessi, ma anche, nel corso del tempo, i profondi traumi psichici derivanti dalla scomparsa dei precedenti punti di riferimento, di tipo affettivo e/o esistenziale.

La distruzione materiale di un paesaggio, intendendo il termine nel suo significato geografico e ‘psicologico’ più profondo, implica la scomparsa di un vero e proprio ‘micromondo’, dal punto di vista ambientale, culturale e percettivo. Le collettività colpite da un evento distruttivo, dunque, sono potenzialmente esposte a traumatiche trasformazioni del proprio stile di vita, con progressiva perdita di identità e valori nel corso del tempo.

Il terremoto che nel 1980 ha colpito la Campania e, in particolare, la sua subregione irpina, rappresenta in tal senso un esempio emblematico: per la sua particolare forza devastante, in un periodo storico contrassegnato dalla carenza di conoscenze in materia di strategie antisismiche e protezione civile, ha distrutto paesi e centri dell’Irpinia, sconvolgendo l’esistenza di intere famiglie, ma ha anche stravolto l’intima relazione tra un paesaggio e la sua collettività.

Il terremoto, in sé, d’altra parte, si configura come fenomeno particolarmente devastante, sia dal punto di vista materiale che immateriale. Basti considerare, a tal proposito, che la Terra, nell’immaginario collettivo, rappresenta quanto di più stabile e solido possa esserci, laddove le scosse telluriche ci ricordano con evidenza che così non è.

A partire dalla ricostruzione dei fatti riguardanti il terremoto del 1980, questo lavoro cercherà dunque di affrontare il problema della relazione tra catastrofi e coscienza collettiva di un territorio secondo due punti di vista, di tipo geografico e psicologico.

Secondo il primo punto di vista, si partirà dalla descrizione degli aspetti geografico-storici della subregione irpina, con particolare riguardo alle attuali conoscenze che i geologi hanno raggiunto sui terremoti e sul grado di sismicità di alcune aree geografiche della provincia.

A partire dal secondo punto di vista, si prenderà invece in esame il trauma psichico nella sua accezione generale, secondo le ricerche psicanalitiche di Sigmund Freud, Sandor Ferenczi e Otto Rank; in seguito l'attenzione si focalizzerà su alcune ricerche di psicologia clinica e sul cosiddetto ‘Disturbo Post-Traumatico da Stress’ che, secondo recenti studi, può insorgere nelle vittime di alluvioni e terremoti. Infine, si cercherà di mettere in risalto, con particolare attenzione, la sofferenza psicologica dei bambini vittime del disastroso terremoto irpino del 1980, testimoniata da alcuni disegni realizzati dagli stessi.

Nelle conclusioni, alla luce del caso trattato e della stretta relazione tra percezione del paesaggio e benessere psico-fisico degli individui, si evidenzierà l’importanza della pianificazione paesaggistica per la salvaguardia del territorio e delle identità geografico-culturali delle collettività che lo abitano.

È ormai noto come le modifiche paesaggistiche incidano profondamente sul senso di identità e appartenenza collettiva di una popolazione al proprio territorio.

In questo abstract, pertanto, si descriverà brevemente lo stile di vita degli abitanti dell’Alta Irpinia prima del terremoto del 1980 e si dimostreranno i cambiamenti repentini che le popolazioni hanno subìto nel post-sisma e i disagi che ancora oggi stanno vivendo.

In particolare, si punterà l’attenzione su tre paesi duramente colpiti da questo disastroso evento: Torella dei Lombardi, Conza della Campania e Bisaccia.

Si mostrerà, inoltre, come il sisma sia stato elaborato e assorbito dai bambini dei territori esaminati, attraverso l’analisi di alcuni loro disegni in tal senso emblematici.

Pubblicato in Campania - Basilicata
Martedì 01 Marzo 2011 11:48

Caposele Av

Caposele, la sera del 23 novembre 1980, fu quasi completamente distrutta. Anche se il numero di morti alla fine raggiunse 61 unità, l’intero centro storico del paese – situato nella parte alta – fu interamente raso al suolo. Nella frazione di Materdomini, dove sorge l’omonimo Santuario dedicato a San Gerardo Maiella, meta di pellegrinaggio da tutto il meridione, la scossa fece cadere gran parte delle case e delle residenze monacali. Anche un frate perse la vita. Anche il santuario, retto per molti anni da Sant’Alfonso dè Liguori e dove San Gerardo visse fino alla precoce morte, fu devastato dalla furia del sisma. Solo molti anni dopo è stato riaperto ai fedeli.

Ma il paesino da cui nasce il fiume Sele, che bagna la Valle e poi la Piana a cui da il nome, dovette dire addio tra gli altri all’intero gruppo di militanti politici del PCI. Sette “compagni” morirono nel crollo della sezione, mentre erano in riunione. Una vecchia foto ricorda Berlinguer – occhi lucidi – a Caposele davanti alle macerie della sezione. Al suo fianco Pio La Torre e gran parte della giovane classe dirigente campana, tra cui Bassolino, De Luca, Abdon Alinovi. Il terremoto non fece sconti a nessuno.

Pubblicato in Campania - Basilicata

Il Filo della Memoria:racconti, storie e testimonianze

FIL - Il sentimento dei luoghi

L'Aquila emotion