Inserita come una punta di spillo tra S.Andrea di Conza e Lioni, Teora è uno dei diversi paesi che rischiarono di scomparire a seguito del terremoto dell’80. Circa 160 le vittime accertate dopo due disperate settimane di ricerche tra le macerie. L’intero patrimonio immobiliare, le case, gli edifici pubblici, quelli religiosi furono distrutte dalla furia del sisma. Per capire meglio il danno facciamo ricorso alle parole dell’allora parroco: “Il corso era inaccessibile, una muraglia di calcinacci. Al chiaro di luna si vedeva che non c’era più niente. Da via Monte si vedeva direttamente Lioni, quando prima le case ti ostruivano la vista.” Dopo mille folate emigratorie, Teora conta oggi appena 1600 anime.
Qui, un anno dopo il terremoto, una piccola cooperativa di donne mosse i suoi primi passi, col difficile compito di riportare la vita dove c’era stata tanta morte. Ciò fu possibile soprattutto grazie all’opera di Luisa Morgantini, già Vicepresidente del Parlamento Europeo, che all’indomani del sisma - da sindacalista - portò i primi soccorsi alla popolazione teorese, restando poi per molti mesi nel paesino irpino, lavorando alla ripresa sociale ed economica del borgo. Oggi quella cooperativa, “La metà del cielo”, è ancora in piedi, trent’anni dopo.