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Mercoledì 31 Agosto 2011 11:53

7 anni e 12milioni di euro: muore l'ideatore ma il Centro per la Biodiversità non apre

Scritto da  Giuseppe Napoli
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Una foto dell'incompiuta Una foto dell'incompiuta foto tratta da "Il Giornale del Cilento"

Sette anni di cantiere e milioni di euro drenati dall’Unione Europea già spesi per illuminare la collina della tenuta Montisani, nel parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, del più grande Centro per la Biodiversità del Mediterraneo. Ma non sono bastati. Il pachiderma della burocrazia e la sonnolenza di chi ne governa l’andatura, portano sulla coscienza Vincenzo La Valva, ideatore del progetto e primo presidente del Parco, scomparso un anno fa senza nemmeno una carezza alla sua creatura. Un centro di ricerche listato a lutto. E non solo per la morte del suo papà. La biodiversità, quella dell’essere umano, normalmente non declina lo spreco o l’inerzia. Eppure i milioni di euro, dei 12 complessivi previsti dall’intervento, spesi dal 2004 ad oggi, non sono serviti ad aprire la struttura che ormai troneggia sulla collina da 1773 ettari come una sposa piantata all’altare al momento del sì. Servono ancora soldi per terminare i lavori e la Regione, nonostante la cinghia tirata all’inverosimile, è pronta a fare la sua parte. Almeno secondo le parole del presidente del Parco Amilcare Troiano. Quella che doveva essere, già da un bel pezzo, la punta di diamante per lo sviluppo del parco più grande d’Italia si è trasformata in un sasso di bigiotteria infilato al dito medio della lentocrazia.

In quel podere di proprietà del parco, avremmo dovuto assistere compiaciuti al brulicare di ricercatori e studiosi affaccendati in attività concrete scientifiche legate alla valorizzazione della biodiversità animale e vegetale. Teorici bergsoniani delle strategie evolutive e “mastini di Darwin” alle caviglie della scienza per produrre economia per il territorio e sviluppo. Doveva esserci persino un acquarium per l’osservazione dell’habitat marino. E mostre. Fiere e congressi. Orti botanici. Oliveti. Doveva. Ma per Troiano «tutto e recuperabile».

Nel 2010, l’anno mondiale della biodiversità dichiarato dall’Onu, è stato mancato clamorosamente. Ora si apre un decennio nel segno della varietà della vita, destinato a puntellare una nuova bandierina nel 2020. Se a qualcuno piace la matematica che non sta con i pollici incrociati, c’è un altro settennio di tempo per terminare i lavori. La natura ha straordinarie capacità di rigenerarsi e di produrre risorse in maniera praticamente infinita. La politica pure. Con la biodiversità intrinseca a bruciare le risorse che produce in maniera praticamente sistematica. (g*enne)

Pubblicato in Attualità

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