Pescopagano è un paese di duemila anime che lentamente precipita verso il fondo dell'Ofanto. Ad un tiro di schioppo da Conza, dove si incrociano le provincie di Potenza, Avellino e Salerno, il paese è nel cuore del cratere. La sera del 23 novembre 1980 si diffuse la notizia nella provincia che il locale ospedale fosse crollato su se stesso uccidendo tutti gli ammalati. Fortunatamente non andò così: il pronto intervento dei sanitari riuscì a salvare tutti i degenti allettati, che passarono all’addiaccio l’interminabile prima notte del dopo-sisma. I morti a Pescopagano furono ben 21, i feriti 50. Il 70% del centro storico fu completamente distrutto, col suo portato di monumenti e chiese. Gravemente danneggiati o distrutti i palazzi più antichi, tra cui Palazzo Orlando, la Torre dell'Orologio, l’Istituto delle Suore di S. Vincenzo, il Palazzo del Municipio e Palazzo Quaglietta. L’opera di restauro ha funzionato bene e dopo trent’anni fatti di ricorsi e accuse, finalmente pare possa ripartire anche la ricostruzione della Chiesa di S.Maria, il simbolo della speranza per l’intera comunità.